Global Game Jam 2016: i giochi di IUDAV
- Categoria Mondo IUDAV
- Data 02/02/2016
La Global Game Jam 2016 volge al termine: 48 e più ore trascorse nella sede IUDAV a sviluppare videogiochi.
Rispetto all’anno scorso, la sede di IUDAV ha registrato un decisivo incremento di partecipanti: più del doppio (47 jammers) per la Global Game Jam 2016, prima edizione dell’evento tenutasi a Pozzuoli nella nuova sede del Campus. Sette team poliedrici composti da studenti del primo, secondo e terzo anno, nonché partecipanti esterni all’istituto. Anche quest’anno, la missione è stata la stessa: ideare, progettare e sviluppare un videogioco in 48 ore, in contemporanea con le altre 500 e più sedi sparse in tutto il globo.
Il tema della Global Game Jam 2016 è stato: “Ritual”.
Rituale. Un concetto pertinente alla razza umana (e non solo) sin dalla notte dei tempi, che ha mutato forma nel corso dei secoli ma che ha mantenuto il suo ruolo ancestrale. Rituali d’amore, rituali sacri, rituali propiziatori, ma anche rituali quotidiani.
Ecco i giochi concepiti nel corso della Global Game Jam 2016 presso IUDAV:
ALIUS: Life Like a Short Loop ci fa vivere momenti della vita di un uomo qualunque legato profondamente alle proprie abitudini e ai propri riti. Durante questo percorso l’ uomo ci suggerirà delle azioni da compiere al fine di completare la sua giornata. Ma quanto è soddisfatto di questa giornata? Il gioco è stato realizzato in RPG Maker MV.
Breath of Life è un’avventura in prima persona realizzata con Unity che pone l’accento sul rituale della nascita e sulla scoperta sensoriale. Caratterizzato da un’estetica di ottimo gusto, questo gioco ricorda un mix tra Myst e Proteus.
Divinity Slayer ha un approccio decisamente più tradizionale, e pone l’enfasi più sulla sfida dell’uomo verso il Divino. Uccidere gli dei come rituale definitivo. Realizzato in RPG Maker.
Of Faith and Destiny pone una questione interessante: l’uomo ha davvero libera scelta, o può trovare salvezza solo tramite la fede? Un’avventura a bivi con 27 finali differenti ambientata nell’antico Egitto, con tutti gli asset (salvo la musica) realizzati appositamente nelle 48 ore di Jam.
Ojo Ijo è un rythm game frenetico che interpreta il tema alla lettera: scopo del gioco è quello di completare un rituale della pioggia, raccogliendo le gocce che cadono dal cielo. Lo stile grafico ricorda le antiche pitture parietali, in armonia con l’ambientazione preistorica del gioco.
Out of the Box si pone come metagame, criticando le meccaniche standardizzate e ritualizzate dei videogiochi, che richiedono di compiere azioni ripetitive, arbitrarie, sempre uguali. Cosa succederebbe se si decidesse di ignorare le regole del rituale? Cosa c’è fuori dalla scatola?
Ovviamente, in 48 ore ne possono succedere di tutti i colori, e può capitare che un progetto si areni per mancanza di idee, tempo o membri del team. Esattamente ciò che è successo a That’s Enough che non è riuscito a vedere la luce a causa di impegni imprevisti di alcuni membri del gruppo, che non hanno potuto partecipare per l’intera durata dell’evento. Sono cose che capitano anche nel mondo dello sviluppo commerciale: il development hell è sempre dietro l’angolo, e non sempre ci si può fare qualcosa.
La Global Game Jam 2016 presso IUDAV è stata, dunque, ancora più soddisfacente di quella dell’anno scorso, così com’è grande la soddisfazione di avercela fatta ancora una volta. Ormai una tradizione per l’istituto, la Global Game Jam tornerà sicuramente l’anno prossimo nelle nostre sedi!
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